Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/371

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Cyrus Smith ebbe l’idea di fabbricare certi congegni che eccitarono vivamente l’attenzione dei compagni.

Egli prese una dozzina di fanoni di balena, che tagliò in parti eguali e aguzzò all’estremità.

— E questo, signor Cyrus, domandò il marinajo, a che cosa servirà?

— Ad ammazzar lupi, volpi ed anche jaguari, rispose l’ingegnere.

— Ora?

— No, quest’inverno, quand’avremo del ghiaccio a nostra disposizione.

— Non comprendo, rispose Harbert.

— Comprenderai, fanciullo mio; questo congegno non è di mia invenzione ed è frequentemente adoperato dai cacciatori aleuziani nell’America Russa. Codesti fanoni che vedete, amici miei, quando gelerà li curverò, li bagnerò di acqua finchè sieno interamente coperti d’uno strato di ghiaccio che li terrà così piegati, e li avvolgerò nella neve, dopo averli prima avvolti in uno strato di grasso. Ora che cosa accadrà? Se un animale affamato trangugia una di queste esche, il calore del suo stomaco farà fondere il ghiaccio, e il fenone, stendendosi, lo ferirà colle sue punte.

— Ingegnoso! disse Pencroff.

— Ed economico! Risparmieremo la polvere e le palle, aggiunse Spilett.

— Questo val meglio che le trappole, disse Nab.

— Aspettiamo dunque l’inverno.

Frattanto procedeva innanzi la costruzione del battello, che verso la metà dell’inverno era già mezzo fasciato. Si poteva riconoscere che le sue forme sarebbero eccellenti per tenere il mare. Pencroff lavorava con ardore senza pari, e ci voleva la sua robusta natura per resistere a quelle fatiche. Ma i compagni gli preparavano in segreto una ricompensa delle sue pene, ed è che, al 31 maggio, egli doveva provare una delle più gran gioje della sua vita.