Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/44

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cava il combustibile, mancavano i mezzi di trasporto. Quella legna essendo molto secca, doveva ardere rapidamente; d’onde la necessità di portarne ai Camini gran copia, nè il carico di due uomini avrebbe bastato, come fece osservare Harbert.

— Giovinetto mio, riprese il marinajo, deve esserci un mezzo di trasportare questa legna, poichè vi ha sempre mezzo a tutto. Se avessimo una carretta od un battello, sarebbe troppo facile.

— Abbiamo la riviera, disse Harbert.

— Appunto, rispose Pencroff. La riviera sarà per noi una strada che cammina da sè. E le zattere non furono già inventate per nulla.

— Solo, osservò Harbert, la strada cammina in questo momento in direzione contraria alla nostra, poichè la marea è crescente.

— Ci basterà aspettare che discenda, rispose il marinajo, e sarà essa che s’incaricherà di trasportare il combustibile ai Camini. Intanto prepariamo la zattera.

Il marinajo, seguito da Harbert, si diresse verso l’angolo che il lembo della foresta formava colla riviera. Entrambi portavano, ciascuno in proporzione delle sue forze, un carico di legna legato a fastelli. Sull’argine si trovava pure una gran quantità di rami secchi, in mezzo a quelle erbe fra cui non s’era forse mai arrischiato il piede umano. Pencroff cominciò subito a costrurre la zattera.

In una specie di risucchio prodotto da una punta della riva, e che frangeva la corrente, il marinajo ed il giovinetto collocarono grossi pezzi di legna che avevano legato insieme con liane secche. Formarono così una specie di zattera, sulla quale fu ammucchiata successivamente tutta la raccolta, ossia il carico di venti giorni almeno. In un’ora fu compiuto il lavoro, e la zattera, ormeggiata all’argine, dovette aspettare che la marea discendesse.

Rimanevano alcune ore da occupare, e di comune