Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/50

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minuta. Il marinajo attendeva a tale lavoro, quando Harbert gli domandò se avesse zolfanelli.

Certo, rispose Pencroff, e per buona fortuna, poichè senza zolfanelli od esca saremmo in grande imbarazzo.

— Potremmo peraltro far del fuoco come i selvaggi, rispose Harbert, strofinando due pezzi di legna secca l’un contro l’altro.

— Ebbene, provatevi, fanciullo mio, e vedremo se riescirete ad altro che a rompervi le braccia.

— Pure è un processo semplicissimo e molto in uso nelle isole del Pacifico.

— Non dico di no, rispose Pencroff, ma bisogna credere che i selvaggi conoscano la maniera, o che essi adoperino un legno speciale, perchè già più volte volli procurarmi del fuoco a questo modo e non vi riuscii mai. Dove sono i miei zolfanelli?

Pencroff cercò nella sua veste la scatola che non lasciava mai, essendo egli un fumatore accanito, ma non la trovò. Frugò nelle tasche dei calzoni e con suo stupore non la rinvenne.

— Ecco un contrasto spiacevole, disse egli guardando Harbert, la scatola mi sarà caduta di tasca e l’avrò perduta. Ma voi, Harbert, non avreste un zolfanello o qualcos’altro che possa servire a far fuoco?

— No, Pencroff.

Il marinajo uscì seguito dal giovinotto, e grattandosi la fronte vivamente. Sulla sabbia, nelle roccie, presso il margine della riviera, entrambi cercarono colla massima cura, ma invano. La scatola era di rame e non sarebbe sfuggita ai loro sguardi.

— Pencroff, domandò Harbert, perchè hai gettato la scatola fuori della navicella?

— Me ne sono guardato bene, rispose il marinajo; ma quando si fu scrollati, come noi fummo, un così piccolo oggetto può essere scomparso. Anche la mia