Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/51

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pipa mi ha lasciato. Scatola indemoniata, dove diancine può essere?

— Ebbene, il mare si ritira, disse Harbert, corriamo là dove abbiamo approdato.

Era poco probabile che si ritrovasse quella scatola che le onde avean dovuto trascinare in mezzo ai ciottoli durante l’alta marea. Ma era bene tener conto di quest’occasione. Laonde Harbert e Pencroff si diressero rapidamente verso il punto in cui alla vigilia aveano approdato a dugento passi circa dai Camini. Colà, in mezzo ai ciottoli, nel cavo delle roccie, furon fatte ricerche minuziose con risultato nullo. Se la scatola era caduta in quel luogo avea dovuto essere trascinata dalle onde. Man mano che il mare si ritraeva, il marinajo frugava in tutti gli interstizî delle roccie, senza trovar nulla. Era una perdita grave in questa occasione e, pel momento, irreparabile. Pencroff non nascose quanto ciò lo contrariasse. Corrugava la fronte e non diceva una parola. Harbert volle consolarlo facendogli osservare che assai probabilmente i zolfanelli erano stati bagnati dall’acqua marina, e che, anche ritrovandoli, sarebbe impossibile servirsene.

— Ma no, fanciullo mio, rispose il marinajo, erano in una scatola di rame che chiudeva bene. Ed ora, come fare?

— Troveremo certamente mezzo di procurarci del fuoco; il signor Smith ed il signor Spilett non saranno già sprovveduti al par di noi.

— Sì, rispose Pencroff, ma frattanto siamo senza fuoco ed i nostri compagni al loro ritorno non troveranno che un pasto melanconico.

— Non è possibile, disse vivacemente Harbert, che essi non abbiano nè esca, nè zolfanelli.

— Ne dubito, rispose il marinajo crollando il capo. Prima di tutto, Nab ed il signor Smith non fumano, ed io temo molto che il signor Spilett non abbia