Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/90

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mente franato, aveva sopportato un impetuoso assalto delle onde.

Pencroff ebbe come un rapido presentimento e si precipitò nel corridojo. Quasi subito ne uscì e rimase immobile guardando i compagni.

Il fuoco era spento, le ceneri bagnate non erano più che una pozzanghera. La tela abbruciata che doveva servire di esca era scomparsa. Il mare era penetrato sino in fondo ai corridoj ed aveva rovesciato e distrutto ogni cosa nell’interno dei Camini.


CAPITOLO IX.


Cyrus è là — Le prove di Pencroff — Il legno strofinato — Isola o continente? — I disegni dell’ingegnere — In qual punto dell’oceano Pacifico? — In piena foresta — Il pinocchio — Una caccia ai cabiaj — Un fumo di buon augurio.

In poche parole Gedeone Spilett, Harbert e Nab vennero informati della situazione. L’accidente, che poteva avere conseguenze gravissime — almeno Pencroff così pensava — produsse diversi effetti sui compagni dell’onesto marinajo.

Nab, immerso nella gioja d’aver ritrovato il suo padrone, non ascoltò, o meglio non volle nemmanco inquietarsi di quel che diceva Pencroff.

Quanto ad Harbert, egli parve dividere in un certo grado le apprensioni del marinajo. Il reporter invece rispose semplicemente:

— In fede mia, Pencroff, ecco una cosa che mi importa poco.

— Ma vi ripeto che non abbiamo più fuoco.

— Peuh!

— Nè mezzo alcuno di riaccenderlo.

— Fa lo stesso.

— Pure... signor Spilett.