Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/93

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Certo se il movimento che fecero Nab ed egli si fosse trasportato in calore, secondo le nuove teorie, avrebbe bastato a far bollire una caldaja a vapore. Il risultato fu nullo. I pezzi di legno si riscaldarono, e nulla più, ed anzi infinitamente meno degli operatori medesimi.

Dopo un’ora di lavoro, Pencroff era tutto in sudore e buttò via i pezzi di legno dispettosamente.

— Quando mi si farà credere che i selvaggi accendono così il fuoco, diss’egli, farà caldo anche d’inverno! Accenderei più presto le mie braccia strofinandole l’una contro l’altra,

Il marinajo aveva torto di negare il processo, poichè è certo che i selvaggi infiammano il legno col rapido strofinío, ma non ogni specie di legno è adatta a codesta operazione, e poi occorre avere il “colpo” secondo l’espressione consacrata, ed è probabile che Pencroff non avesse il colpo.

Il malumore di Pencroff non durò molto; i due pezzi di legno buttati via da lui erano stati ripresi da Harbert, che s’adoperava a strofinarli senza requie. Il robusto marinajo non potè trattenere uno scoppio di risa vedendo gli sforzi dell’adolescente per riuscire là dove egli aveva fallito.

— Strofinate, fanciullo mio, strofinate!

— Strofino, rispose Harbert ridendo, ma non ho altra pretesa fuorchè di scaldarmi alla mia volta invece di battere i denti; presto avrò caldo al par di te, Pencroff.

Così accadde; checchè ne fosse, bisognò rinunciare per quella notte a procurarsi del fuoco. Gedeone Spilett ripetè per la ventesima volta che Cyrus Smith non sarebbe imbarazzato per così poco, e si sdrajò in uno dei corridoj sopra il letto di sabbia. Harbert, Nab e Pencroff lo imitarono, intanto che Top dormiva ai piedi del padrone.

Al domani, 28 marzo, quando l’ingegnere si risve-