Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/33

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tr’egli accostava loro il luminoso lembo dell’ampio disco; ed alla fine vi si immerse estinguendosi come il calibe de’ Ciclopi, quando essi traendolo, ancor scintillante dalla incudine, lo tuffano nelle vaste urne dell’acqua che stanno intorno i mantici della fucina. Al disparire del giorno, spandendosi le tenebre sull’ampiezza del pelago, seguitando il costante soffio del vento benigno, e comparendo tutti i segni di propizia navigazione, or l’uno, or l’altro de’ nocchieri erano vinti dal sonno, fuori di quello che reggeva il timone, e quelli che avevan cura delle vele. Faone non meno, poichè l’oscuro velo della notte a lui nascondeva le gradite sembianze dell’incognita viaggiatrice, privato dello stimolo pungente delle di lei pupille, che avrebbe scacciato il sonno dalle sue, al pari degli altri placido come il mare, mentre correva il legno lievemente a seconda dell’aura propizia, chiuse le palpebre. In questa guisa navigò la nave felicemente