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L’ALCIONE.
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Al nocchier dell’Argolide che il fine
D’ingrati ozî saluta e si dispone
3Correre i porti dell’egee marine,
Dolce la melanconica canzone
Sciogli, o vago augellin, che lungo i lidi,
6Già serenati, alla miglior stagione
Sui muschi e le natanti alighe i nidi
Pensili intessi e li accomandi ai mari
9Che tante volte hai pur trovati infidi.
Anche appiè del Vesuvio i casolari
Atterrati ricerca e pon le mura
12Forse sulle ossa di sepolti cari,
Il villanel che più gagliarda cura
Avvince al suol che nascere lo vide
15E più sacro gli ha fatto or la sventura.