Chè dall’Asia raminghe e fuggitive,
Il foco genitor seco recando
Sotto la veste e dell’Egeo sostando
40Lungo le rive,
Con Dedalo al Tirren vennero erranti
Ove notturne porpore tessea
Circe al lume de’ cedri e l’alte empiea
44Grotte di canti.
Sacre a’ temuti sotterranei numi,
A lor non valse il calice de’ fiori
Finger nel vetro e ne’ torniti avori
48Chiuder profumi;
Nè valse ad esse sugli ambrosii crini
Di patrizie fanciulle e di matrone
Scintillanti depor frali corone
52Di oro e rubini.
Vili, abborrite sulle serve incudi
Lagrimando battean spade e corazze,
Ed al braccio fornian d’eroiche razze
56Epici scudi.
Vanti i tuoi dritti e della Fé degli avi
Ridi, superba età. Ma non di Atene,
Nè di Roma venía chi le catene
60Ruppe agli schiavi;