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delle famiglie de' famoli 259


mente corrotta: ch’«ogni gigante aveva il suo luco», era giá divenuta falsa quando giunse ad Omero, e fu appreso ciascun gigante con un occhio in mezzo la fronte. Co’ quali giganti monocoli ci venne Vulcano, nelle prime fucine — che furono le selve, alle quali Vulcano aveva dato il fuoco e dove aveva fabbricato le prime armi, che furono, come abbiam detto, l’aste bruciate in punta, — stesa l’idea di tal’armi, fabbricar i fulmini a Giove; perché Vulcano aveva dato fuoco alle selve, per osservar a cielo aperto donde i fulmini fussero mandati da Giove.

565L’altra divinitá, che nacque tra queste antichissime cose umane, fu quella di Venere, la quale fu un carattere della bellezza civile; onde «honestas» restò a significare e «nobiltá» e «bellezza» e «virtú». Perché con quest’ordine dovettero nascere queste tre idee: che prima fussesi intesa la bellezza civile, ch’apparteneva agli eroi; — dopo, la naturale, che cade sotto gli umani sensi, però di uomini di menti scorte e comprendevoli, che sappiano discernere le parti e combinarne la convenevolezza nel tutto d’un corpo, nello che la bellezza essenzialmente consiste; onde i contadini e gli uomini della lorda plebe nulla o assai poco s’intendono di bellezza (lo che dimostra l’errore de’ filologi, i quali dicono che, in questi tempi scempi e balordi ch’ora qui ragioniamo, si eleggevano gli re dall’aspetto de’ loro corpi belli e ben fatti; perché tal tradizione è da intendersi della bellezza civile, ch’era la nobiltá d’essi eroi, come or ora diremo); — finalmente, s’intese la bellezza della virtú, la quale si appella «honestas» e s’intende sol da’ filosofi. Laonde della bellezza civile dovetter esser belli Apollo, Bacco, Ganimede, Bellerofonte, Teseo, con altri eroi, per gli quali forse fu immaginata Venere maschia.

566Dovette nascere l’idea della bellezza civile in mente de’ poeti teologi dal veder essi gli empi rifuggiti alle lor terre esser uomini d’aspetto e brutte bestie di costumi. Di tal bellezza, e non d’altra, vaghi furono gli spartani, gli eroi della Grecia, che gittavano dal monte Taigeta i parti brutti e deformi, cioè fatti da nobili femmine senza la solennitá delle nozze; che debbon