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repilogamenti della storia poetica 329


683II. Dipoi due cittá. In una erano canti, imenei e nozze: questa è l’epoca delle famiglie eroiche de’ figliuoli nati dalle nozze solenni. Nell’altra non si vedeva niuna di queste cose: questa è l’epoca delle famiglie eroiche de’ famoli, i quali non contraevano che matrimoni naturali, senza niuna solennitá di quelle con le quali si contraevano le nozze eroiche. Sicché entrambe queste cittá rappresentavano lo stato di natura, o sia quello delle famiglie; ed eran appunto le due cittá, ch’Eumeo, castaldo d’Ulisse, racconta ch’erano nella sua padria, entrambe rette da suo padre, nelle qual’i cittadini avevano distintamente tutte le loro cose divise (cioè che non avevano niuna parte di cittadinanza tra essoloro comune). Onde la cittá senza imenei è appunto l’«altro popolo» che Telemaco in adunanza chiama la plebe d’Itaca; ed Achille, lamentandosi dell’oltraggio fattogli da Agamennone, dice che l’aveva trattato da un giornaliere, che non aveva niuna parte al governo.

684III. Appresso, in questa medesima cittá delle nozze, si vedevano parlamenti, leggi, giudizi, pene. Appunto come i patrizi romani nelle contese eroiche replicavano alla plebe che e le nozze e gl’imperi e i sacerdozi, de’ quali ultimi era dipendenza la scienza delle leggi, e, con queste, i giudizi, erano tutte ragioni loro propie, perch’erano loro propi gli auspici, che facevano la maggior solennitá delle nozze: onde «viri» (che tanto appo i latini suonava quanto «eroi» appo i greci) se ne dissero i mariti solenni, i maestrati, i sacerdoti e per ultimo i giudici, come altra volta sopra si è detto. Sicché questa è l’epoca delle cittá eroiche, che sopra le famiglie de’ famoli sursero di stato severissimo aristocratico.

685IV. L’altra cittá è assediata con armi, e, a vicenda con la prima, menano prede l’una dall’altra; e quivi la cittá senza nozze (ch’erano le plebi delle cittá eroiche) diventa un’altra intiera cittá nimica. Il qual luogo a maraviglia conferma ciò che sopra abbiam ragionato: che i primi stranieri, i primi «hostes» furono le plebi de’ popoli eroici, contro le quali, come n’abbiamo piú volte udito Aristotile, gli eroi giuravano d’esser eterni nimici; onde poi’ intiere cittá, perché tra loro