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sopra un’eterna repubblica naturale 163


e sí, nella loro maggiore celebritá o folla de’ corpi, vissero come bestie immani in una somma solitudine d’animi e di voleri, non potendovi appena due convenire, seguendo ogniun de’ due il suo propio piacere o capriccio, — per tutto ciò, con ostinatissime fazioni e disperate guerre civili, vadano a fare selve delle cittá, e delle selve covili d’uomini; e, ’n cotal guisa, dentro lunghi secoli di barbarie vadano ad irruginire le malnate sottigliezze degl’ingegni maliziosi, che gli avevano resi fiere piú immani con la barbarie della riflessione che non era stata la prima barbarie del senso. Perché quella scuopriva una fierezza generosa, dalla quale altri poteva difendersi o campare o guardarsi; ma questa, con una fierezza vile, dentro le lusinghe e gli abbracci, insidia alla vita e alle fortune de’ suoi confidenti ed amici. Perciò popoli di sí fatta riflessiva malizia, con tal ultimo rimedio, ch’adopera la provvedenza, cosí storditi e stupidi, non sentano piú agi, dilicatezze, piaceri e fasto, ma solamente le necessarie utilitá della vita; e, nel poco numero degli uomini alfin rimasti e nella copia delle cose necessarie alla vita, divengano naturalmente comportevoli; e, per la ritornata primiera semplicitá del primo mondo de’ popoli, sieno religiosi, veraci e fidi; e cosí ritorni tra essi la pietá, la fede, la veritá, che sono i naturali fondamenti della giustizia e sono grazie e bellezze dell’ordine eterno di Dio.

1107A questa semplice e schietta osservazione fatta sulle cose di tutto il gener umano, se altro non ce ne fusse pur giunto da’ filosofi, storici, gramatici, giureconsulti, si direbbe certamente questa essere la gran cittá delle nazioni fondata e governata da Dio. Imperciocché sono con eterne lodi di sappienti legislatori innalzati al cielo i Ligurghi, i Soloni, i decemviri, perocché si è finor oppinato che co’ loro buoni ordini e buone leggi avesser fondato le tre piú luminose cittá che sfolgorassero mai delle piú belle e piú grandi virtú civili, quali sono state Sparta, Atene e Roma; le quali pure furono di brieve durata e pur di corta distesa, a riguardo dell’universo de’ popoli, ordinato con tali ordini e fermo con tali leggi, che dalle stesse sue corrottene prenda quelle forme di Stati, con le quali unicamente