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sopra un’eterna repubblica naturale 165


e con lui Spinosa, che danno il fato: al contrario, di fatto è stabilito a favor de’ filosofi politici, de’ quali è principe il divino Platone, che stabilisce regolare le cose umane la provvedenza. Onde aveva la ragion Cicerone, che non poteva con Attico ragionar delle leggi, se non lasciava d’esser epicureo e non gli concedeva prima la provvedenza regolare l’umane cose. La quale Pufendorfio sconobbe con la sua ipotesi, Seldeno suppose e Grozio ne prescindè; ma i romani giureconsulti la stabilirono per primo principio del diritto natural delle genti. Perché in quest’opera appieno si è dimostrato che sopra la provvedenza ebbero i primi governi del mondo per loro intiera forma la religione, sulla quale unicamente resse lo stato delle famiglie; indi, passando a’ governi civili eroici ovvero aristocratici, ne dovette essa religione esserne la principal ferma pianta; quindi, innoltrandosi a’ governi popolari, la medesima religione serví di mezzo a’ popoli di pervenirvi; fermandosi finalmente ne’ governi monarchici, essa religione dev’essere lo scudo de’ principi. Laonde, perdendosi la religione ne’ popoli, nulla resta loro per vivere in societá: né scudo per difendersi, né mezzo per consigliarsi, né pianta dov’essi reggano, né forma per la qual essi sien affatto nel mondo.

1110Quindi veda Bayle se possan esser di fatto nazioni nel mondo senza veruna cognizione di Dio! E veda Polibio quanto sia vero il suo detto, che, se fussero al mondo filosofi, non bisognerebbero al mondo religioni! Ché le religioni sono quelle unicamente per le quali i popoli fanno opere virtuose per sensi, i quali efficacemente muovono gli uomini ad operarle, e le massime da’ filosofi ragionate intorno a virtú servono solamente alla buona eloquenza per accender i sensi a far i doveri delle virtú. Con quella essenzial differenza tralla nostra cristiana, ch’è vera, e tutte l’altre degli altri, false: che, nella nostra, fa virtuosamente operare la divina grazia per un bene infinito ed eterno, il quale non può cader sotto i sensi, e, ’n conseguenza, per lo quale la mente muove i sensi alle virtuose azioni; a rovescio delle false, ch’avendosi proposti beni terminati e caduchi cosí in questa vita come nell’altra (dove aspettano una