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sezione prima 197


la qual poi con Platone terminò in una fisica divina, da esso ragionata nel Parmenide, nel quale stabilisce l’idea eterna per principio di tutte le cose in tempo.

1206E la fisica particolare dell’uomo prende quinci i suoi principi da questi giganti di vasti corpi e d’animi bestiali, da’ quali, come materia, col timore della divinitá incomincia ad edursi la forma delle nostre giuste corporature e de’ nostri animi umani.

VI

1207La cosmografia quindi incomincia dal primo cielo, che fu alle prime genti l’altura de’ monti, e dal primo mondo, che fu la loro proclivitá, la qual antichissima idea si conservò da’ latini in que’ loro favellari: «in mundo est» per «in proclivi est», per significar «egli è facile».

VII

1208L’astronomia qui comincia dal principe de’ pianeti, ch’è Giove, quando il Cielo regnò in terra e fu tanto benefico al gener umano che n’ebbe il grazioso titolo appo tutte le gentili nazioni di «ottimo».

VIII

1209La cronologia qui pure da Giove dá incominciamento all’etá degli dèi, ch’è la pianta della nostra Tavola cronologica; e Giove sará la prima delle dodici minute epoche di altrettante divinitá maggiori, le quali serviranno per determinare tal prima etá del mondo aver durato novecento anni.

IX

1210E la geografia finalmente, che dalle regioni e misure del cielo accerta quelle della terra, quindi incomincia dalle regioni le quali disegnavano gli áuguri in cielo per prendere quindi gli auspíci di Giove, le qual’i latini dissero «templa caeli», delle quali fu il primo contemplare e la prima contemplazione alla quale attesero i primi uomini al mondo.

12Talché queste nove scienze debbon essere state le nove muse,,1 le qual’i poeti pur ci cantarono esser tutte figliuole di Giove;