Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. II, 1928 – BEIC 1964822.djvu/243

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LIBRO TERZO

SEZIONE PRIMA

CAPITOLO PRIMO

1328[786]..... esso e coloro, appo i quali ragiona, prorompono in [CMA3] dirottissimo pianto. Ond’è vero il precetto di rettorica che dá Dionigi Longino, il quale dalle materie dello stil sublime esclude il lamento, ch’è consegnato all’elegia, i cui versi Orazio chiama «exiguos», perché sono versi rotti (particolarmente nel pentametro, il qual deve avere due posamenti necessari), e deve dentro il picciol corso d’un distico terminare; e perciò anche buona per l’allegrezza, perché cosí questa come il lamento ella è passione di cuor picciolo. Ma è falsa la ragione che, perché sia passione di cuor basso, ella perciò non sia eroica; perché gli eroi d’Omero, se non si lamentano, danno in maggior bassezza, ché piangono, e piangono dirottamente, come fanno le vilissime donnicciuole. Di che è la ragion morale: perché il lamento è una passione ragionata; ma le passioni eroiche, come di fanciulli, erano tutte senso e nulla o assai poco avevano mescolato della ragione. Talché essa ira, che Platone pone nella parte ragionevole dell’uomo, ella da Omero è raccontata irragionevolissima nella persona d’Achille, ch’è ’l piú grande de’ greci eroi, tanto ch’è ’l subbietto di quel poema. Altri, tornando al proposito, da sommo dolor afflitti.....