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sezione decima 249


informati di tutto l’ordine della trappola che esso tende contro il ruffiano; e non sono d’altro soleciti o scrupolosi che di vedere contarsi dallo schiavo al ruffiano il danaio; e ’l ruffiano, di ciò da essi convinto, si fugge da Atene, per non essere condennato d’aver corrotto lo schiavo altrui.

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CAPITOLO QUINTO

riprensione del sistema d’ugone grozio
ne’ libri «de iure belli et pacis»

1360E, per dimostrar ad evidenza, particolarmente contro il Grozio, quanto sia difettuoso e vada errato il suo gran sistema De iure belli et pacis, è da riflettersi che i romani, i quali senza contrasto furono sappientissimi di tal diritto sopra tutte l’altre nazioni del mondo, quelli che Livio dice «sunt quaedam belli et pacis iura», il qual motto diede il primo motivo al Grozio di meditare quell’opera incomparabile, essi sperimentarono prima privatamente con que’ plebei, contro a’ quali udimmo Aristotile nelle Degnitá che gli eroi giuravano d’esser eterni nimici; e quelle leggi, che lor avevano dato in casa, poi fuori nelle guerre diedero alle vinte nazioni. Le leggi furono queste cinque e non piú, quali in quest’opera abbiamo ritruovato:

1. le clientele di Romolo,

2. il censo di Servio Tullio,

3. il «ius nexi mancipique» della legge delle XII Tavole,

4. la legge de’ connubi,

5. e finalmente quella di comunicarsi il consolato alla plebe.

1361Perocché riducevano le provincie fiere e feroci a’ giornalieri di Romolo con mandarvi le colonie romane; — regolavano le mansuete col censo di Servio Tullio, o sia col dominio bonitario; — alla splendida e luminosa Italia, ch’era contenta d’essere nel suo seno Roma, capo del mondo, permise il dominio quiritario de’ campi con la mancipazione, o sia tradizione solenne del nodo della legge delle XII Tavole, onde furono detti i fondi «soli italici»; — a’ popoli benemeriti dentro essa Italia comunicarono il connubio e col connubio la cittadinanza, che (siccome i plebei romani, ove si facessero de’ grandi meriti) fussero capaci degli onori e del consolato, quali furon i municipi romani.