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254 | libro quarto |
eroiche, i plebei furono rattenuti di domandare, senonsé all’ultimo, comunicarsi loro da’ nobili la ragion eroica de’ sacerdozi e de’ ponteficati, che portava di séguito la scienza delle leggi, della quale prima e principal parte era quello che dicevano «ius augurium », di cui s’intendeva la scienza augurale; per la qual parte la giurisprudenza si diffiní «notitia rerum divinarum», dalla quale dipendeva l’altra parte «humanarum»; le quali entrambe ne compiono tutto l’obietto adeguato. Perciò qui noi ragioneremo della custodia delle leggi.
1371[1001].... e perciò Augusto, per istabilirla, ne fece in grandissimo numero. Onde Tiberio, di lui successore, poi godeva di veder nella curia da una parte i suoi figliuoli combattere le leggi e dall’altra tutto il senato difenderle, le quali pur eran vinte; e Caligula, mal sopportando le formole delle leggi, che ponevano in soggezione la sua libera sovranitá, diceva a’ giureconsulti quelle parole: «redigam illos ad aequum», che dasse il suono di «eccum», in atto di additare se stesso. E i seguenti principi usarono non per altro il senato che per fare senaticonsulti.....
1372[1002]..... talché Grozio afferma esser oggi un diritto naturale delle genti d’Europa; ma non ne sa la ragione: perché è ritornato il diritto natural delle genti, che naturalmente s’osservò a’ tempi di Giustiniano.
1373[1003]..... con tardi passi s’impropiassero le parole della legge delle XII Tavole, in conformitá degli Stati che si cangiavano, prima libero e poi monarchico, secondo l’avviso politico che Tacito pur ne dá: che le leggi non si mutino tutte ad un tempo. Onde forse per cotal cagione principalmente.