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sezione decimaquarta 259


concerto che le genti, perdute nell’error della colpa, osservato avessero coi costumi un diritto naturale comune con gli ebrei, ch’eran illuminati dal vero Dio, ed avesserlo inteso co’ filosofi, che, dopo lungo tempo fondate le nazioni, furono schiariti in parte de’ lumi dell’universal eterna giustizia.

CAPITOLO SECONDA

1385[1034]. [CMA3] «per sonori», il qual verbo congetturiamo aver significato dapprima «vestir pelli di fiere uccise», com’Ercole vestiva quella del lione. Lo che non era lecito ch’a soli eroi, perch’essi soli, com’abbiam sopra detto, avevano il diritto dell’armi; ond’ancor oggi in Lamagna, nazion eroica, non è ad altri lecita la caccia ch’a soli nobili. E n’è rimasto certamente il verbo compagno «opsonari», che dovette dapprima significare «cibarsi di carne salvaggine cacciate», detto cosí da Opi, dea della forza, a cui dovevano innanzi consegrare le fiere che bramavano uccidere, nel tempo che credevano ch’ogni cosa facesser gli dèi, come si è appieno sopra dimostrato. Laonde, come dovettero le prime mense opime esser queste dove s’imbandivano tali carni, che facevano tutta la lautezza delle cene eroiche, quali appunto le descrive Virgilio; e poi, passando il pregio da’ cibi a’ pesci, i quali oggi rendono sontuose le tavole de’ grandi, restò «opsonari» per «comperar pesci», come l’avvertono i latini gramatici; — cosí «personari» dovett’essere «vestir pelli di fiere uccise», e ’n conseguenza queste dovetter essere le prime spoglie opime, che riportarano dalle prime guerre gli eroi, le quali prime essi fecero con le fiere per difenderne sé e le loro famiglie, come abbiamo sopra ragionato, e poi se ne dissero «spoglie opime» quelle degli re uccisi in guerra da’ romani re o da’ consoli, ch’eran appese in voto a Giove Feretrio nel Campidoglio.

1386[1037] Ma, venuti finalmente i tempi umani delle repubbliche popolari..... le ragioni astratte dell’intelletto ed universali si dissero indi in poi «consistere in intellectu iuris». E della mente de’ popoli legislatori [CMA3] (e seti rida pure il celebratissimo giureconsulto di Arnoldo Vinnio, perch’egli non può intendere questi sublimi e finor seppelliti principi di legal metafisica) si fece una platonica idea, detta «intellectus iuris», alla qual idea la volontá de’ cittadini si debbe conformare, acciocché ella sia, per dirla