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III. ristampe della seconda «scienza nuova» lxi

milanese ne mandava fuori nel 1864 una seconda, abbastanza migliorata. «Abbiamo posto ogni cura — avvertono gli editori — perchè la presente edizione riuscisse nitida e scevra di quelle mende, che noi medesimi avevamo di già notate e che da altri ci erano state fatte notare per entro la prima». E l’asserzione risponde a verità. Nemmeno qui il Ferrari pose a profìtto, per le varianti, CMA4 si bene sfruttò CMA11 e CMA2] e insieme fece qualche ritocco ai sommari e aggiunse una decina di noterelle erudite. — Finalmente integra ma brutta ristampa di questa seconda del Ferrari è quella pubblicata a Napoli nel 1859 da Francesco Saverio Pomodoro2; alla quale l’esser messa parecchie volte a nuovo con mutati frontespizi (qualcuno dei quali reca la data del 1880) non è riuscito a evitare l’ingloriosa fine di essere esposta, fino a pochi anni addietro, lungo i marciapiedi di via Toledo, durante le feste natalizie o pasquali, agli occhi di coloro che colgono quell’occasione per metter su una bibliotechina con pochi soldi. Dal 1859, ossia da oltre mezzo secolo, non si è inteso mai il bisogno di ristampare la seconda Scienza nuova; indice assai significativo del triste periodo filosofico che l’Italia ha attraversato. Ma era naturale che, con l’idealismo rinascente e ormai trionfante, codesto bisogno si facesse sentir vivo. E fin dal 1904 Benedetto Croce augurava che «qualche sodalizio scientifico, risparmiando tempo e denaro in lavori meno fecondi, volesse assumersi



    1854, nel quale si dice che questa in realtà è una terza edizione, essendosi dovuto antecedentemente ristampare la prima per le urgenti richieste.

  1. (Stesso titolo dell’ediz. del 1836). Milano, Società tipografica dei classici italiani, 1854 (di pp. xxxvi-582).
  2. Principii ecc. [come nell’ediz. Ferrari]. Napoli, stamperia de’ classici latini, Via Mannesi, 18, p. p., 1869 (in 8° di pp. xvi-349).