Pagina:Vita di Dante.djvu/703

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alle sue terre di Montefeltro, e finalmente a Verona presso Can della Scala, che assoldò lui, e forse i suoi masnadieri tedeschi. Certo, questi non dovettero restare col nuovo signor guelfo di Pisa1. Se poi restasse Dante in Lucca col nuovo signore Castruccio, che è possibile, essendo questi ghibellino; o se seguisse i Faggiolani presso ai Malaspina comuni amici, e poi in Romagna, non è documento da congetturarne. Certo, verso questi tempi trovasi anch’esso a nuovo rigfugio in Verona appresso allo Scaligero.

Can della Scala, detto il Grande2, era nel 1316 giovane d’anni venticinque, e non meno fiorente di potenza, di ricchezza e di liberalità.

  1. Veltro, pp.150,151.
  2. Di Can Grande, vedi: Ferreti, Vicent. Hist., lib.VI e VII, Rer.It. IX, p.1122; - Eiusd., Carmen in laudem Canis Grandis, Rer.It. IX, p.1197; - Cronica di Verona, Rer.It. T.VIII.; - Girolamo della Corte, Storia di Verona; Sagacio Mussio Gazzata, Storia di Reggio, Rer.It. XVIII; - Pelli, p.120; - Arrivabene I. 224, 1443; - Mussato, Rer.It. Tom.VIII; - Boccacc., Dec.Giorn.Nov.7.