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VITA NUOVA XXIV 10 - XXV 2 67 parte; la seconda dice come me parca cbe Amore mi dicesse nel mio cuore, e quale mi parea; la terza dice come, poi che questi lue alquanto stato meco cotale, io vidi ed udio certe cose. La seconda parte comincia (juivi: dicendo: Or penna ; la r> terza quivi: E poco stando. La terza parte si divide in due: 11 ne la prima dico quello che io vidi ; ue la seconda dico quello che io udio. La seconda comincia quivi: Amor mi disse.

Potrebbe qui dubitare persona degna da dichiararle onne 1 XXA dubitazione, e dubitare potrebbe di ciò, che io dico d’Amore 10 come se fosse una cosa per sè, e non solamente sustanzia intelligente, ma sì come fosse sustanzia corporale: la quale cosa, secondo la veritade, è falsa; chè Amore non è per sè sì come sostanzia, ma è uno accidente in sustanzia. E che io dica di 2 lui come se fosse corpo, ancora sì come se fosse uomo, appare 10. Tnttl I codici: ttuUanfia intelligentia (A sustantia rt intelligentia). 14. b 0 ancora comi te.

Todeschini. Amore, personificato che sia (dice egli), uon può apparire nel cuore. Ma abbiati! visto più sopra (p. 54, n. 11) che questi poeti del ‘ dolco stil novo1 vanno assai franchi in far queste personificazioni, e ci rappresentano Amore ora negli occhi, ora nel volto dello belle donno; e Dante fa che Beatrice lo bagni, nel suo viso, di pianto. Lo raffigura ancho (* Amore o cor gentil ’) come un sire che ha la sua magione nel coro: quivi dorme sin cho la Bellezza non viene a destarlo (‘ Per quella via’); di là esce talvolta ad aprire gli occhi delle hello donne,© ritorna poi dentro a cacciare l’anima innamorata (* E* m’incresce ’). Ma restiamo pure al paragrafo XXIV. Amore non parla poco appresso nel citare «lei poeta? Vuol dire che nel cuore del poeta è entrato e vi sta. Se poi sia possibile il fatto che Amore venendo da lungi entri nel onore del poeta, è vano discuterò: Danto facilmente avrebbe saputo denudare le sue parole dalla veste retorica, mostrando in loro verace intendimento; e se alcuno si fosse ostinato nel giudicare inverosimile la sua invenzione poetica, gli avrebbe potuto chiuder la bocca coll’ osservare che a 1111 dio è lecito ancho ciò che agli uomini, per la materialità del loro corpo, non è possibile. E avrebbe potuto citare anche l’esempio dell’* amico suo ?.

Aiuor, cho viou per le più dolci porte ttl ohitmo cbe noi vede omo passando, riposa no la mente e là tien corte, come vuol, de la vita giudicando.

14. ANCORA SÌ QOME SE FOSSE.

Così legge anche K, d’accordo cogli altri Mss., quantunque le edizioni derivate da esso (Cas., Pass.2, Beck) omettano il se. Prima di ancora le edizioni (eccetto Serm., Bisc., Edd. Mil., Pes., Torri, D’Ano.1, Lue.) aggiungono