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edizioni lxxxv

scritture. Così pure il Ms. Guadagni 142 conteneva, oltre la Vita Nuova, la biografia di Dante scritta dal Boccaccio; e solamente il Palat. 561 fra i Mss. provenienti dal fondo Guadagni risponde a tali condizioni. Del Ms., infine, di Gio. Gualberto Guicciardini attesta il Biscioni nelle Annotazioni (p. 329) che «fu già di Baccio Valori» e che aveva in principio la nota Maravigliannosi ecc., e le divisioni poste nei margini: e nel Catalogo (p. 413) attesta che contiene pure la Vita di Dante di Gio. Boccaccio. Tutto ciò si ritrova nel Panc. 9.

Fatti i necessari riscontri, si vede che l’editore, cioè lo stesso Biscioni, si contentò di far riprodurre il suo codice, correggendolo qua e là colla stampa del Sermartelli e col Ms. Guicciardini (da quest’ultimo testo fu tratta certamente la lezione trattato intero di XIX, 15); che nelle annotazioni, dove aspettò a correggere altri difetti, e molto appariscenti, del suo Ms., si valse della stampa del Sermartelli e della Giuntina; e che infine in un’appendice a queste annotazioni, dal titolo Cose tralasciate sopra la Vita Nuova (p. 337), trasse altre correzioni dal Ms. Guicciardini e dallo Strozziano (almeno la lezione il divino di XIX 7 proviene da quest’ultimo, perchè gli altri testi portano in divino). Avrà anche riscontrato gli altri codici qua e là per assicurarsi di qualche lezione o correzione, ma non è possibile dir come o quanto. Quel che è certo si è che non tutti i codici che cita nell’elenco dei testi consultati, posto in fine del volume dopo l’indice, conobbe ed ebbe presenti sino dal principio del lavoro, tanto è vero che mentre nell’elenco ricorda lo Strozziano 259, che è della metà circa del sec. xiv ed ha le divisioni a posto, nella prefazione, che sembra composta e tirata fra la stampa dei testi o quella delle Annotazioni e del Catalogo1, asserisce non essere stato possibile in Firenze vedere «alcun esemplare del 300», e in principio delle annotazioni (p. 329) afferma essere state tolte via le divisioni «in tutti i Mss. da me veduti, eccettuatone il mio». Può essere che il codice Strozziano gli venisse alle mani soltanto da ultimo, in tempo appena da poterne tener conto nell’appendice di Cose tralasciate sopra la Vita Nuova. Comunque sia, e il riscontro dei codici, e tutto il lavoro fu condotto con poca diligenza, tanto da lasciar guasti alcuni luoghi che si sarebbero potuti correggere guardando solo al contesto e usando una migliore punteggiatura. Ma poco importa dar qui lo prove della negligenza altrui2: quello che a

  1. Anche il modo come in essa l’editore s’esprime par confermare ciò: «queste due opere» — la Vita Nuova e il Convivio — «si sono stampate.... non tralascerò di porre, tra le annotazioni, alcune vario lezioni».
  2. Se ne veda tuttavia qualche esempio. Il semplice riscontro della divisione colla poesia sarebbe bastato a correggere in XIX 19 Dove gli occhi suoi