Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/281

Da Wikisource.
272 vittorio adami


Nei casi in cui per l’entità dei lavori le riparazioni dovevano essere assunte dal comune, questi doveva in precedenza domandare l’autorizzazione delle spese all’autorità governativa come risulta dalla seguente adesione data dal Presidente del Supremo Consiglio d’Economia al comune di Varenna il 16 Settem. 1768. «Hanno domandato i deputati dell’Estimo della comunità di Varenna di poter far riparare a spese comunali una strada divenuta impraticabile, per la quale nella terza domenica d’ogni mese si fa la processione del SS. Sacramento. Qualora dunque questa strada, che si dice aver bisogno di essere riparata o mantenuta sempre a spese della comunità noi ne permettiamo la spesa, a condizione che premesso il giudizio di un pubblico perito si deliberi sulla riparazione all’asta, con avvertire che essendovi in detta strada qualche sito di gronde si debba questo lasciare a carico particolare e de’ padroni delle case»1.

In una carta dell’anno 1757 si lamenta che gli abitanti di Varenna si diano liberamente alla pesca ed al taglio dei boschi. In quegli stessi tempi vengono pubblicate delle istruzioni sul miglioramento dei boschi nel territorio del Monte Varenna nelle quali notiamo i seguenti due articoli:

«art. 14. Non sarà permesso di tenere più di due capre per ogni famiglia

«art. 20 La comunità di Perledo che ha un piccolo bosco di nocciole che dal Portone si estende verso Gittana ed il quale rende poco o nessun utile alla comunità dovrà metterlo parte a castagni e parte a roveri».

Circa le capre il senato di Milano aveva già pubblicato nel 1726 e nel 1753 della grida proibenti le capre nella comunità del monte di Varenna, una senza effetti.

L’autorità tutoria era molto rigorosa nel controllare le spese fatte dal comune; avvenne che il comune di Varenna senza chiedere autorizzazione a chicchessia si accordò con un fabbricante di orologi certo professore Giacomo Sprione perchè venisse sostituito il vecchio orologio del campanile con un orologio nuovo, il vecchio orologio sarebbe rimasto allo Sprione.

Ma quando il comune domandò l’autorizzazione della spesa corrispondente il Presidente del Supremo Consiglio d’Economia così rispose:

«Coerentemente dunque al sentimento del Supremo Consiglio ed in esecuzione dell’accennato decreto dell’A. S. S. non potendosi accordare alcuna spesa per un’opera in servigio di detta comunità quale non sia stata prima proposta nel Convocato Generale e approvata dal Tribunale dell’Estimo a tenore dagli ordini, farete che sia restituito alla comunità il vecchio orologio già dato al Professore, e rimesso al suo primitivo

  1. A. S. M.