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Pagina:Vivanti - Naja Tripudians, Firenze, Bemporad, 1921.djvu/182

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178 Naja Tripudians


La bestia aveva cessato di urlare, e ferma in mezzo alla sala si guardava intorno con occhi fosforescenti, il pelo irto, ritta la coda smisuratamente gonfia. Girò la testa con aria inquieta di qua e di là, come aspettando.... indi un lungo tremito le passò pel corpo; il suo manto di pelo bianco si rizzò.... poi si riappianò subitamente, liscio e lucido. L’animale fece qualche passo incerto, indi, lento e maestoso andò ad accoccolarsi accanto al fuoco.

Tutti gli invitati di Lady Randolph, seduti o sdraiati in diverse posture sul divano quadrangolare, contemplavano con occhi un pò vacui le mosse della bestia; e gli sguardi di Myosotis e di Leslie vagarono smarriti dall’uno all’altro di quei visi che l’ebbrezza e la depravazione velavano di voluttuoso inebetimento.

Ora il gatto, grosso, gonfio, acquattato sulle zampe davanti al fuoco, era evidentemente pervaso da un senso di beatifico benessere, di intenso e ineffabile godimento. Tutto il suo corpo vibrava emettendo un rombo sonoro, un cupo e profondo rullo. Myosotis lo contemplava inorridita, nè sapeva spiegarsi perchè quella manifestazione di godimento le ripugnasse ancor