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Naja Tripudians | 179 |
più, le incutesse ancor più avversione che non gli spasimi e gli urli di poc’anzi.
Leslie fissava anch’essa con pupille dilatate l’animale, e il suo viso era bianco come un lino.
— Lo vedrete più tardi, — disse Neversol, — quando cesserà l’effetto della morfina e comincerà quello dell’apomorfina.
A Myosotis pareva più che mai di sentir parlare un linguaggio sconosciuto. — Che cos’è l’apomorfina? — chiese.
— È il veleno creato nel corpo dalla morfina; dà delle sofferenze atroci. E l’unico contravveleno dell’apomorfina è appunto.... la morfina stessa! Vedete il tragico circolo? La catena senza fine? il serpente che si morde la coda?...
Myosotis non capiva niente; ma a quest’ultime parole il suo volto si illuminò.
— Noi, a casa, c’intendiamo molto di serpenti, — disse, rincorata di trovarsi su un terreno conosciuto. — Mio padre ci ha insegnato a conoscere tutti i diversi rettili, e gli antidoti per il loro morso.
Neversol alzò il capo e diede in una risata.
— Vediamo un pò!... e se io vi dessi un morso.... qui, — e stendendo la mano le toccò