Pagina:Vivanti - Vae Victis, Milano, Quintieri, 1917.djvu/35

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vae victis! 23

Frida, che li seguiva nell’ombra portando i libri, le racchette e gli ombrellini, sentì di odiarli di più perchè ridevano.


Luisa Brandès — una sottile figura bianca nella bianca luce lunare — li aspettava, ritta sulla soglia di casa. Abbracciò Mirella e Chérie, salutò affettuosamente Frida; poi fece dare a tutte del latte caldo e dei biscotti e le mandò a letto.

«Ma io voglio raccontare a Papà che a momenti so nuotare, e che quasi so andare in bicicletta,» protestò Mirella attaccandosi stretta alla mano di suo padre.

«Glielo racconterai domani, tesoro mio», disse Luisa.

«Sì, domani», disse Claudio.

Ma il domani era nell’oscuro grembo degli Dei.

La mattina seguente, quando Frida e le due fanciulle scesero di buon’ora per la colazione, furono stupefatte di vedere Luisa — ancora nell’abito bianco della sera innanzi — seduta, sul divano, colla faccia pallida e gli occhi rossi. Alle loro domande essa rispose tremula che Claudio era partito. Due ufficiali erano venuti a chiamar-