Pagina:Wallace - Ben Hur, 1900.djvu/389

Da Wikisource.

383

tutto il suo orrore la loro afflizione — le labbra e le gote screpolate, gli occhi cisposi, le mani scarne; le ciocche di capelli indurite da una materia ripugnante, e, come le loro ciglia, spaventosamente bianche. Nè era possibile il poter dire quale fosse la madre, e quale la figlia; ambedue sembravano vecchie e cadenti.

— «Zitto!» — fece la madre — «V’è qualcuno coricato sul gradino — un uomo. Facciamo il giro e avviciniamoci.» — Esse attraversarono la strada, rapidamente, e tenendosi nell’ombra, proseguirono fin davanti alla porta, ove si fermarono.

— «Egli dorme, Tirzah!» —

L’uomo rimaneva immobile.

— «Rimani qui, mentr’io tenterò d’aprire la porta.» —

Così dicendo la madre s’avvicinò cautamente, senza far rumore, e toccò l’uscio. Non ebbe il tempo d’accertarsi se avrebbe ceduto, perchè, in quel momento, l’uomo sospirò, e, voltandosi inquietamente, mosse il fazzoletto che gli avvolgeva il capo, scoprendo il suo viso che apparve chiaramente illuminato dai raggi della luna. Ella lo guardò e trasalì; guardò di nuovo, curvandosi lievemente, e giunse le mani e alzò gli occhi al cielo, in muto appello. Rimase un istante così, poi corse da Tirzah.

— «Come è vero che esiste Dio, quell’uomo è mio figlio, è tuo fratello!» — sussurrò sommessamente.

— «Mio fratello? Giuda?» —

La madre le afferrò la mano con veemenza.

— «Vieni» — ella disse, sempre a voce bassa e concitata: — «andiamo a guardarlo insieme — ancora una volta, una volta sola — poi, o Dio, aiuta i tuoi servi!» —

Esse attraversarono la strada, tenendosi per mano, leste silenziose come fantasmi.

Quando le loro ombre si proiettarono sopra di lui, le donne si fermarono. Una delle sue mani giaceva sul gradino col palmo rivolto in alto. Tirzah cadde in ginocchio e lo avrebbe baciato, ma la madre la trasse indietro.

— «No, se ti è cara la sua vita, non toccarlo! Siamo infette! siamo infette!» — ella sussurrò.

Tirzah si ritrasse come se egli fosse il lebbroso.

Ben Hur era bello: d’una bellezza maschia. Le guancie e la fronte erano abbronzate dal sole e dall’aria del deserto; sotto ai baffi biondi apparivano le labbra rosse e fresche, e i denti bianchissimi; la morbida barba non celava la piena rotondità del mento e della gola. Come appariva bello agli occhi della madre! Quale immensa brama la