Pagina:Wallace - Ben Hur, 1900.djvu/428

Da Wikisource.
422

Senz’altre cerimonie, egli si stese sulla sabbia, vicino a lei, e le cinse il collo col braccio.

— «Sono pronto» — egli disse.

— «Ecco il titolo del mio racconto,» — essa cominciò:


IN CHE MODO IL BELLO DISCESE IN TERRA.


— «Prima di tutto devi sapere, che Iside fu — e, per quanto io sappia, potrebbe essere ancora, la più bella delle divinità: ed Osiride, suo marito, benchè saggio e potente, era qualche volta punto da gelosia per lei, poichè soltanto nei loro amori gli Dei assomigliano ai mortali.

Il palazzo della moglie divina era d’argento e coronava la più alta montagna nella luna, dalla quale essa passava spesso nel sole, la fonte dell’eterna luce dove Osiride aveva il proprio palazzo d’oro, che abbaglia col suo splendore gli uomini che lo osano guardare.

Una volta — per gli Dei non esistono giorni — mentre stava con lui sul tetto del palazzo d’oro, ella guardò per caso, lontano, all’estremo limite dell’universo, e vide passare Indra con un esercito di scimmie portate sul dorso di aquile. Egli, l’amico delle cose viventi — così vien chiamato Indra — ritornava vittorioso dall’ultima guerra con l’odioso Rassaka e lo seguivano l’eroe Rama e Sita, sua sposa, la più bella delle donne dopo di Iside. E Iside si alzò, si levò la cintura di stelle, e l’agitò verso Sita; Rama rispose invece ma agitando lo scudo lucente. Tosto; tra l’esercito in marcia ed i due sul tetto d’oro, scese qualche cosa che assomigliava alla notte e impediva interamente la vista; ma non era la notte — era soltanto Osiride che corrugava la fronte.

Ora avvenne che il soggetto del loro discorso in quel momento fosse appunto tale, quale soltanto gli Dei possono tenere fra sè; ed egli si alzò e disse maestosamente: —

«Torna a casa, compirò da solo il lavoro. Per fare una creatura completamente felice non ho bisogno del tuo aiuto.» —

Devi sapere che Iside aveva gli occhi grandi come quelli della sacra mucca, e dolci del pari. Essa li girò sorridendo in faccia al suo Signore, e alzandosi essa pure, disse: — «Ti saluto, Osiride, e ti dico arrivederci perchè