Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/116

Da Wikisource.

103

afflizione? Deh! fategli grazia, buon principe; risparmiate la sua vita, e vendicatevi come più vi piace sopra di me.” “Grazia!” gridarono i circostanti, “grazia per l’amore del P. Girolamo il quale è un vero santerello!” “Piano, piano,” disse Manfredi con rabbia; “quantunque disposto a perdonare, ho bisogno d’intender meglio la cosa: l’esser bastardo d’un santo non impedisce d’esser un briccone.” “Non aggiungete, ve ne prego, signore,” disse Teodoro, “le ingiurie e gl’insulti alla crudeltà: se io son figliuolo di quest’uom venerabile, benchè non sia principe come voi, pure il sangue che scorre nelle mie vene”... “Sì,” interruppe il religioso, ei non è vile qual lo pensate. “Sì, questo è mio legittimo figlio, e la Sicilia può vantar poche famiglie più antiche ed illustri di quella di Falconara... ma, oimè! signore, a che vale il sangue! a che giova la nobiltà de’ natali! siamo tutte creature abbiette, dispregevoli e peccatrici, e la sola bontà di cuore può nobilitar quel limo onde