Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/117

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fummo creati, ed in cui dobbiamo essere nuovamente convertiti”... “Da parte le prediche,” gli disse Manfredi, “scordatevi oramai d’essere il P. Girolamo, e parlatemi da conte di Falconara: su via, fatemi la narrazione de’ casi vostri, e riserbate le morali riflessioni per quando non potrete ottener la grazia di questo reo insolente.” “Gran Madre di Dio!” esclamò il religioso, “è egli mai possibile che restiate un sol momento dubbioso d’accordare ad un padre la vita del suo unico figlio, da gran tempo perduto, ed in frangente sì orribile ritrovato! Ah signore! dispregiatemi, studiatevi d’affliggermi in qualunque più crudele maniera, ponetemi pure sotto i vostri piedi, togliete a me la vita, ma salvate, deh, salvate il mio figlio!” “Ebbene,” rispose Manfredi, “conoscete ora per prova che voglia dire il perdere un unico figliuolo!... poco fa predicavate a me la rassegnazione... la mia stirpe, mi dicevate, deve finire, se così è decretato in cielo, ma quella de’ conti di Falco-