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Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/118

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nara”... “Oimè!” riprese il padre, “confesso il mio torto, ma deh! non vogliate render co’ rimproveri più grave il cordoglio d’un povero vecchio! Io non mi glorio della mia illustre casata, nè penso a simili mondane vanità... ma, se mi vedete innanzi a voi supplichevole pel mio figlio, ne son causa i soli moti della natura, e la viva memoria di quell’amabil donna che gli fu madre... dimmi Teodoro, dimmi viv’ella ancora?” “No, padre mio,” replicò desso, “l’anima sua gioisce fra’ beati da lungo tempo indietro.” “Oh Dio!” esclamò il buon vecchio, “e come?... dimmi... ma no, basta così; ella è eternamente felice!... tu sei ora l’unico oggetto delle mie cure;” e rivoltosi a Manfredi soggiunse: “deh! potentissimo sovrano, e non volete voi concedermi la vita di questo mio povero figlio?” “Andate al convento,” replicogli Manfredi, “riconducetemi la principessa, ubbiditemi in tutto il resto che già sapete, e vi prometto la grazia del figliuol vostro”... “Oi-