Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/401

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          Sorprese il vuoto e rivelò ch’è un ente
          Che lavora e non posa e tutto sente.
          — Ben veglia un genio ognor sull’universo. —


Qualche legge recondita che unisce il genere umano, forse per la prima volta si svolse al mondo, divenne necessità fra gli individui di tante nazioni. Onde dunque di commozione furono e veramente mondiali, dappertutto spontanee, contemporanee, magnanime.

Però a me non è dato di raccontare che ciò che successe a Vienna, ove dimoro, e cui in parte io stesso vidi e sentii.

Precisamente il dì dopo i telegrammi recarono le notizie certe, che sbalordirono e poi infusero in tutti il bisogno di soccorrere in ogni guisa; le oblazioni fioccarono. Vi fu un concorso da tutte le parti della vastissima metropoli.

Non avvenne per suggestione, fu un movimento subitaneo, individuale, non iniziato da alcuno. Era una ressa alle banche, alle direzioni dei giornali d’ogni colore.

Due giorni dopo la catastrofe, cioè il 30 Decembre, si formò come per generazione spontanea, un comitato di grandi, ossia magnati con la divisa: chi da subito, dà due volte. E le somme eran già tali che stabilirono di accettare l’offerta ispirata dell’instancabile capo medico tedesco Charas, della società viennese volontaria di pronto soccorso per casi urgenti, delle tre cucine ambulanti e un frugone, con un cuoco. Il quale per caso si trovò già ad essere stato cuoco di cartello, sicchè potè accomo-