Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/408

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vollero svelare il proprio nome: il Lebedentziff, che fu creduto Mario Calvino, italiano, e colei che fu segnalata solo come la donna di Kasan.

Anche fra i militi del Battaglione Universitario Romano 1848, fra tanti che non ricordo, due, De Rossi e Donzelli, si scostavano talora dai compagni. Compivano azioni spesso eroiche, e ritornati non ne fiatavano. Benchè sia naturale, non vanto, ma compiacenza il narrar di cosa oprata in danno dei nemici.

Anzi al Donzelli, col quale mi trovai alla commemorazione di Cornuda nel 1898, cioè fuori, perchè i banchettanti non ci lasciarono entrare, dissi di raccontarmi qualche cosa. Non volle. «Mi basta di aver fatto.»

Seguitiamo a veder comparire alla cassa dell’ufficio i minori e i minimi, poichè fu un accorrere di popolane e popolani del mercato fino a tarda sera.

Entro una donna con un gran paniere, e gl’impiegati credettero venisse a domandare soccorsi per sè. Preso fiato, trasse di sotto il vecchio paniere una cartella di mille corone e si voltò per uscire. «Ah! il nome, il nome, il nome!» si gridò. «Non importa: una vecchia Viennese.» E giù per la scala, sparì.

Seimila corone pervennero dai piccoli venditori ambulanti del Prater. Mercanti a cui nessuno richiese mandarono provvidamente scatole di conserve, paste, legumi.

Vennero inviati carichi interi di viveri, vestiti vecchi e nuovi, e tutto fu spedito a Catania.

A certe ore seguiva la processione dei ragazzi delle scuole inferiori col loro zaino sulle spalle. Fi-