Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/407

Da Wikisource.


Nel contemplare quell’offerta emerse dalla mia memoria il canto di Luigi Mercantini «Elisa»; una povera giovane bolognese che vedendo tutti gli altri accorrere alle oblazioni per la patria, diceva di sè stessa:

                    Tutti là recan doni,
                    Io sola, poveretta,
                    Cosa non ho che metta
                    Sull’ara dell’amor.

E mi ricordava i tempi del 48, a Bologna, ove eravamo col Battaglione Universitario Romano, e del giorno in cui questa fanciulla povera non avendo altro che l’onda delle sue chiome, se le fece tagliare. In un momento di santo entusiasmo il padre Ugo Bassi l’abbraccio.

E i clericali gridarono allo scandalo. Perchè mai fino allora, nessun prete o frate ebbe abbracciato una donna.

Così a Bologna, nel bacino delle offerte, accanto a quella chioma, anelli, orologi, bottoni d’argento, medaglie d’oro vennero gittate da tante e da tanti che soddisfatto all’obolo fuggivano poi.

E a proposito dell’incognita dileguatasi, osservo che certe anime solitarie bastano a se stesse, sono quasi uno sdoppiamento di sè medesime, una prima operante, l’altra osservante.

Russa, quella fanciulla avrebbe fatto come la così detta donna di Kasan, che rimase eroina anonima. Il primo marzo del 1908 furono mandate alla forca da una corte marziale di Pietroburgo 67 persone per attentato non provato ma presunto. Due di loro non