Pagina:Zamboni - Pandemonio - Il bacio nella luna, Firenze, Landi, 1911.pdf/411

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ogni azione di soccorso il permesso con tanto di bollo.

Indotto forse dal sapere che il Comitato di Roma era presieduto dal duca di Aosta — intimo amico di San Gennaro — e da un Giolitti, affidò ciecamente un tanto ben di Dio. Non ricordò quanto a lui era pur noto, il Panamone di Roma, così giudicato dalla nazione allorchè Giolitti, per coprire lo scandalo ladresco Tanlongo, tentò di dare solennemente una smentita in pieno parlamento accusando di bugiardo Napoleone Colajanni, che aveva scoperto ciò che egli voleva tener celato, trovando un mezzo proprio da Palamidone, quello cioè di voler fare senatore del Regno il Tanlongo.

Qui, in Vienna, un personaggio scommise con un Italiano che in Italia non sarebbe stato più possibile il ritorno d’un Giolitti sulla scena politica, ma pochi anni dopo ei perdette la scommessa.

E Giolitti ne uscì ripotentissimo, chè aveva serbato i postulati di certi individui e delle loro mogli per aver prestiti (sic) dalla banca, onde far eleggere deputati i quali dovevano o dir di sì o tener acqua in bocca; se no, carta canta.

Oh beata costituzione, pura espressione della volontà di tutta la nazione!

ARA PACIS


O mia Sicilia! Ti dissero terra del fuoco, ma non è forse più vero che fosti la terra delle guerre ardenti, feroci e sterminatrici di quasi tutti i popoli del mondo combattentisi fra loro? Sia che ti inva-