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     E de gl’ignoti inospiti sentieri
     Superò coraggioso il grande orrore.
Venne, e vinse pugnando: e la conquista
     A Voi, Donna gentil, diede in governo,
     A Voi, per cui tutte sue glorie acquista.
Voi dirozzaste del mio cuor l’interno;
     Ond’io contento, e internamente e in vista,
     L’antica libertà mi prendo a scherno.


V


Coltomi al laccio di sue luci ardenti
     Costei mi chiuse in rea prigione il cuore,
     E diello in guardia al dispietato Amore,
     Che di lagrime il pasce e di lamenti.
5Quanti inventò giammai strazi e tormenti
     D’un rio Tiranno il barbaro furore,
     Tutti ei sofferse in quel penoso orrore,
     Dove ancor mena i giorni suoi dolenti.
Nè scamparne potrà, perchè quel fiero
     10Amore ha posti a custodir le porte
     Tutt’i Ministri del suo crudo Impero.
E de’ suoi ceppi e delle sue ritorte,
     S’io ben comprendo interamente il Vero,
     Ha nascosto le chiavi in seno a Morte.


VI


Lunga è l’arte d’Amor, la vita è breve,
     Perigliosa la prova, aspro il cimento,
     Difficile il giudizio, e al par del vento
     Precipitosa l’occasione e lieve.
5Siede in la Scuola il fiero Mastro, e greve
     Flagello impugna al crudo uffizio intento;
     Non per via del piacer, ma del tormento,
     Ogni discepol suo vuol, che s’alleve.
Mesce i premi al gastigo, e sempre amari
     10I premi sono, e tra le pene involti
     E tra gli stenti, e sempre scarsi e rari.
E pur finita è l’empia Scuola, e molti
     Già vi son vecchi: e pur non v’è chi impari,
     Anzi imparano tutti a farsi stolti.