Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/161

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Langue al cocente raggio

la pallida viola,
ma stilla rugiadosa
spiegar le fa piú vaghi i suoi colori.
Di fronte al fiero oltraggio
langue anche l’alma mia,
ma un raggio di speranza
conforta e racconsola i miei languori.

SCENA IV

Claudio e Albina.

Claudio. Ben sollecita fosti; eccomi, Albina.

Albina. Hai teco l’ire tue?
Claudio. Vaghe di sangue,
avide di vendetta.
Albina. Qui ’l traditore alla sua pena io trassi.
Claudio. Altri che te non veggio; ov’è l’iniquo?
(dá di mano alla spada)
Albina. Tremerai nel vederlo.
Claudio. Abbia anche ceffo
di Medusa e di furia, io noi pavento.
Non vi sará per lui scampo o perdono.
Ov’è?
Albina. L’hai giá presente, e quello io sono!
Claudio Tu quello sei?
Albina. Spietato, in questo seno
cerchi, se il può, quel ferro il grande arcano
dell’atroce congiura.
Che fai? Queste di Giulia
non son le stanze. Ivi ti attende il duce,
ivi i custodi tuoi. L’ora è vicina.
Premono l’ombre. Claudio,