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Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/149

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(31) pensieri 123

certa allegria; ma prima che voi possiate appagarvi pienamente di quel piacere, ovvero analizzarne la qualità, e distinguere perché vi sentiate cosí refrigerato già quello spiro è passato, conforme appunto avviene in Anacreonte, che è quella sensazione indefinibile è quasi istantanea; e se volete analizzarla vi sfugge, non la sentite piú; tornate a leggere, vi restano in mano le parole sole e secche, quell’arietta per cosí dire, è fuggita, e appena vi potete ricordare in confuso la sensazione che v’hanno prodotta un momento fa quelle stesse parole che avete sotto gli occhi. Questa sensazione mi è parso di sentirla, leggendo (oltre Anacreonte) il solo Zappi.


*   Il gusto presente per la filosofia non si dee stimare passeggero né casuale, come fu varie volte anticamente per esempio appresso i Greci al tempo di Platone dopo Socrate, e appresso i Romani in altri tempi ancora, ma fra i nobili e gli scioli come presentemente al tempo di Luciano, quando mantenevano il filosofo come ingrediente di corte e di famiglia illustre, e si trattenevano benché scioccamente con lui ec. (Vedi Luciano fra le altre opere nel trattato De mercede conductis). In questi tali tempi era effetto di moda, e non avendo il suo principio radicale nello stato dei popoli poteva passare e passava come ogni altra moda, sicch’era cosa accidentale che sopravvenisse questo gusto piuttosto che un altro. Ma presentemente il commercio scambievole dei popoli, la stampa ec. e tutto quello che ha tanto avanzato l’incivilimento cagiona questo amore dei lumi e per conseguenza della filosofia, e questo gusto filosofico che si manifesta nelle opere piú alla moda e quello spirito senza il quale si può dire che nessun’opera moderna incontra; onde questo gusto avendo la sua ferma radice nella condizione presente dei popoli si dee stimare durevole e non casuale né passeggero e molto differente da una moda.