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Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/137

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(1376-1377-1378) pensieri 123

il che si chiama comunicativa. Ed è generalmente riconosciuto che la principal dote di un buon maestro, e la piú utile, non è l’eccellenza in quella tal dottrina, ma l’eccellenza nel saperla comunicare.

E quello che ho detto accade perché pochi fra gli stessi piú dotti sono capaci di rintracciare minutamente ed avere esattamente presenti le origini, i progressi, il modo dello sviluppo, insomma la storia delle loro proprie cognizioni e pensieri, del loro sapere, del loro intelletto. Questo è proprio solamente de’ sommi spiriti, i cui progressi, benché derivati necessariamente dalle assuefazioni, dalle circostanze, e dal caso, pur furono  (1377) meno materiali e casuali che quelli degli altri, anche insigni. E l’immaginazione necessaria alla comunicativa è sempre propria dei geni, anche filosofici, anche metafisici, anche matematici. Vedi altro mio pensiero sulla comunicativa degli scrittori, bisognosi di tenere a questo fine alquanto di spirito poetico (23 luglio 1821).


*    Il sommo grado della ragione consiste in conoscere che, quanto ella ci ha insegnato al di là della natura, tutto è inutile e dannoso, e quanto ci ha insegnato di buono, tutto già lo sapevamo dalla natura, e l’avercelo essa fatto disimparare e poi tornare a impararlo e a crederlo ci ha sommamente nociuto, non solo per quel frattempo, ma irreparabilmente per tutta la vita, perché gl’insegnamenti ricevuti dalla ragione, quantunque conformi ai naturali, non hanno piú di gran lunga la forza né l’utilità di quelli ricevuti dalla natura e vengono da cattiva fonte e velenosa alla vita, anzi vengono dalla morte, invece di venir dalla vita ec. (23 luglio 1821).  (1378)


*    L’animale assalito o in se stesso o nelle cose sue care massimamente non fa i conti s’egli possa o non possa resistere, se la resistenza gioverà o no,