Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/146

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132 pensieri (1390-1391)

e appartenente a tutte le cose e le idee, nondimeno, perch’ella è un’idea delle piú astratte ed ultime (appunto a cagione della sua universalità, la quale dimostra ch’ella è idea elementare ec), è imperfetto e irregolare, cred’io, per lo meno, in quasi tutte le lingue. Nella greca è anche sommamente difettivo e non è supplito da voci prese d’altre radici, come lo è in latino, in sascrito, in persiano. Nell’ebraico il verbo הׇיׇה esse, existere, oltre ch’é quiescente, vale a dire imperfetto, ha miras anomalias, dice il Zanolini. La cagione di ciò (che non si può creder caso) può essere che questo verbo sia stato uno de’ primi inventati, a causa della sua necessità; e quindi confuso ed irregolare sí a causa della sua antichità,  (1391) e delle poche regole a cui gli antichissimi lo potevano assoggettare, sí dell’astrazione, sottigliezza, immaterialità, difficoltà insomma dell’idea che esprime e che nessuno degli antichissimi parlatori poté concepir chiaramente. Simili osservazioni si ponno fare intorno ad altri verbi che sogliono essere anomali nelle lingue, quantunque diversissime, ed è notabile che questi sono ordinariamente i piú usuali e necessari al discorso, come avere, potere ec. Ed appunto perciò sono anomali, perché non sono cosí necessari, se non perché esprimono idee universali, e le idee non sono universali se non perché sono elementari ed astratte; ora, le idee elementari ed astratte sono naturalmente le piú difficili, anzi le ultime a raggiungersi e a concepirsi chiaramente e quindi ad essere formalmente e regolarmente espresse (26 luglio 1821). Puoi vedere p. 1205.


*    Ho detto in un pensiero a parte come l’incredulità spesso derivi da piccolezza di spirito. Aggiungo ora com’ella viene assai spesso da ostinazione, non solo di volontà, ma anche di spirito, il che è segno della sua piccolezza, la quale influisce poi anche sulla vo-