Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/168

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154 pensieri (1427-1428)

mo il cristianesimo nel suo primo fervore, quando tutti anelavano alla verginità, quando tre quarti dell’anno si passavano in orazione, ne’ tempii, in vigilie, in macerazioni eccessive, ec. e domandiamo: se il cristianesimo non si fosse corrotto o illanguidito, quanto avrebbe fisicamente potuto durare? Ma quella era pur la sua perfezione e il suo puro e primitivo stato. Il mondo non può sussistere s’egli non ha se stesso per fine. Tutte le cose sono cosí disposte, che in quanto a se non mirino ad altro che a se stesse. L’uomo solamente dovrebbe mirare non solo a tutt’altri che a se in questo mondo, ma ad un tutt’altro mondo, e considerarsi come fuori di questo. Come dunque potrebbe durare la specie e la vita umana, contro gl’insegnamenti e l’essenza della natura e l’ordine generale e particolare di tutti gli altri esseri? (31 luglio 1821).


*    Alla p. 1424. Molte volte non basta che una nazione sia stata la prima inventrice di una disciplina, datole il nome, e una certa nomenclatura: bisogna vedere dov’ella ha ricevuto il suo principale  (1428) incremento e formazione. E se ciò è stato presso un altro popolo, e se ciò ha cangiato il suo primo nome e la sua prima nomenclatura, allora quello stesso popolo che inventò quella disciplina, e la comunicò agli stranieri, ricevendola scambievolmente dagli stranieri come nuova, non dovrà adoprar mica que’ suoi primi nomi, ch’egli non ne ha piú il dritto, non sarebbe inteso neppur da’ suoi e guasterebbe ogni cosa, ma gli sarà forza adottare que’ nuovi termini, e il nuovo nome della stessa disciplina. Cosí (Vedi p. 1422-1424), quando anche l’Italia fosse stata la prima a ridurre a scienza il commercio sotto nome di mercatura, s’ella poteva dargli questo nome al tempo del Davanzati (nel qual tempo, oltracciò, l’Europa non era in tale stato che potesse avere vocaboli universali, o ne abbisognasse ec., né la precisione della convenzione era sí