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194 pensieri (1495-1496)

tina. Ma la lingua di ciascun latino era piú ricca che di ciascuno scrittor greco. Eccetto gli scrittori greci piú bassi, come Luciano, Longino ec., i quali sono ricchissimi e tanto piú quanto il loro stile è meno antico, perché i contemporanei, come Arriano, Dionigi Alicarnasseo, sono piú antichi di stile e meno ricchi di lingua. La stessa immensa ricchezza della lingua greca impoveriva gli scrittori, finch’ella non fu studiata con un’arte perfetta ch’é sempre propria de’ tempi imperfetti e scaduti.

Ora, tornando al proposito, qual lingua, malgrado tutte le dette qualità, era piú scarsa di vera sinonimia che la latina, non pur nelle voci, ma, se cosí posso dire, nelle locuzioni? E pur ella era cosí varia ec. Anzi la mancanza appunto di sinonimia produceva quella ricchezza individuale di ciascheduno scrittore, ch’era obbligato a mutare espressione ad ogni piccola varietà del discorso. La sinonimia è maggiore assai negli antichi e ottimi greci,  (1496) cioè finché la lingua greca non fu pienamente posseduta per arte e studio. Quando lo fu, la sinonimia fu minore assai e la varietà e la proprietà molto maggiore. E Luciano è assai piú proprio d’Isocrate tanto studioso della sua lingua. Cosí che la squisita proprietà è realmente aliena dall’ottima lingua greca, e muta il di lei carattere negli scrittori piú recenti e gli accosta al carattere del latino. I latini venuti a tempi signoreggiati dall’arte, possederono sempre pienamente e interamente la loro lingua.


     Consideriamo però le lingue antiche, consideriamo i primi scrittori di ciascuna lingua moderna, e vedremo che la sinonimia è assolutamente scarsissima rispetto alle lingue e alle scritture moderne. Dal che si conferma ch’ella non è primitiva, ma prodotta e continuamente accresciuta dal tempo, con danno grande della proprietà, della forza ec. e della vera ricchezza. Danno irreparabile per se stesso, e al quale poco suffi-