Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/302

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288 pensieri (1650-1651)

gran poeta in diverse circostanze avria potuto essere un gran filosofo, promotore di quella ragione ch’è micidiale al genere da lui professato, e viceversa il filosofo, gran poeta, osserviamo. Proprietà del vero poeta è la facoltà e la vena delle similitudini (Omero ό ποιητὴς n’é il piú grande e fecondo modello). L’animo in entusiasmo nel caldo della passione qualunque ec. ec. discopre vivissime somiglianze fra le cose. Un vigore anche passeggero del corpo, che influisca sullo spirito, gli fa vedere dei rapporti fra cose disparatissime, trovare dei paragoni, delle similitudini astrusissime e ingegnosissime (o nel serio o nello scherzoso), gli mostra delle relazioni a cui egli non aveva mai pensato, gli dà insomma una facilità mirabile di ravvicinare e rassomigliare gli oggetti delle specie le piú distinte, come l’ideale col piú puro materiale, d’incorporare vivissimamente il pensiero il piú astratto, di ridur tutto ad immagine, e crearne delle piú nuove e vive che si possa credere. Né ciò solo mediante espresse similitudini o paragoni, ma col mezzo di epiteti nuovissimi, di metafore arditissime, di parole contenenti esse sole una similitudine ec. Tutte facoltà del gran poeta, e tutte contenute e derivanti dalla facoltà di scoprire i rapporti delle cose, anche i menomi e piú lontani, anche delle cose che paiono le meno analoghe ec. Or questo è tutto il filosofo: facoltà di scoprire e conoscere i rapporti, di legare insieme i particolari, e di generalizzare (7 settembre 1821). Vedi  (1651) p. 1654, principio.


*   Qual cosa è piú potente nell’uomo, la natura o la ragione? Il filosofo non vive mai, né pensa giornalmente e intorno a ciò che lo riguarda, né vive con se stesso, se anche vivesse cogli altri, da vero filosofo; né il religioso da vero e perfetto religioso. Non v’è uomo cosí certo della malizia delle donne ec. che non senta un’impressione dilettevole e una vana spe-