Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/382

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368 pensieri (1787-1788)

vano intorno appena lo scoprivano; ma un giorno, avendo solamente fatto segno di volerne prendere uno, dopo quella sola volta tutti lo fuggivano appena comparso. Egli se ne maravigliava, ma questo effetto mi par giornaliero, e son certo che que’ pulcini incominciarono a venirgli attorno fin dalla seconda volta ch’egli portò loro a mangiare. Assuefazione e dissuefazione negli animali (24 settembre 1821). Vedi p. 1806, capoverso 1.


*   Egli notava ancora che quell’uno in quell’atto non era stato veduto dagli altri. Linguaggio di società fra gli animali (24 settembre 1821).


*   Chi vuole o dee fare un mestiere al mondo, se vuol trarne alcun frutto, non può scegliere se non quello dell’impostore, in qualunque genere. La letteratura è stato sempre il piú sterile di tutti i mestieri. Il  (1788) vero letterato, se non mescola alla verità l’impostura, non guadagna mai nulla. Eppur l’impostore arriva a render fecondo anche questo campo infruttifero, e uno de’ maggior miracoli dell’impostura si è di render fruttuosa la letteratura. L’impostura è una condizione necessaria per tutti i mestieri o veri o falsi. Se le lettere e la dottrina frutta mai nulla, ciò è all’impostore e in virtú non della verità, quando anche vi sia mescolata, ma dell’impostura (25 settembre 1821).


*   Gl’illetterati che leggono qualche celebrato autore non ne provano diletto, non solo perché mancano delle qualità necessarie a gustar quel piacere ch’essi possono dare, ma anche perché si aspettano un piacere impossibile, una bellezza, un’altezza di perfezione di cui le cose umane sono incapaci. Non trovando questo, disprezzano l’autore, si ridono della sua fama e lo considerano come un uomo ordinario, persuadendosi di aver fatto essi questa scoperta per la prima