Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/384

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370 pensieri (1790-1791-1792)

cedente, ma perciò solo che è cosí fatto; e la possibilità di altri ordini di cose, diversissimi di perfezione e infiniti di numero (25 settembre 1821).


*   Niente piú sciocco che il considerare l’idea dello spirito come essenzialmente inseparabile da quella di ente semplice, e il confondere l’idea astratta della composizione con quella della materia. Quasi che le sostanze componenti non potessero esser che materiali, e non ci potesse essere una sostanza composta ma immateriale, perché composta di sostanze immateriali. Il che è tanto  (1791) possibile e facile né piú né meno quanto che esistano sostanze materiali composte. Se possono esistere sostanze immateriali, possono anche esistere sostanze composte di sostanze immateriali, e benché composte, non saranno mai altro che immateriali. Quindi, trovata l’idea dello spirito, non si è fatto altro che trovare una cosa di cui nulla possiamo negare o affermare, non già l’idea astratta dell’ente semplice. Lo spirito potrà dividersi all’infinito come la materia e dopo giunti allo spirito, dovremo tanto penare per raggiungere l’ente semplice o la sua idea, quanto dopo la cognizione della materia.

Cosí dico dell’idea delle parti (25 settembre 1821).


*   Si può dire (ma è quistione di nomi) che il mio sistema non distrugge l’assoluto, ma lo moltiplica; cioè distrugge ciò che si ha per assoluto e rende assoluto ciò che si chiama relativo. Distrugge l’idea astratta ed antecedente del bene e del male, del vero e del falso, del perfetto  (1792) e imperfetto indipendente da tutto ciò che è; ma rende tutti gli esseri possibili assolutamente perfetti, cioè perfetti per se, aventi la ragione della loro perfezione in se stessi e in questo, ch’essi esistono cosí e sono cosí fatti; perfezione indipendente da qualunque ragione o necessità estrinseca e da qualunque preesistenza. Cosí tutte le