Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/390

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376 pensieri (1801-1802-1803)

un uomo che tu conosci (senza però aver nulla di virile), a quella di un vecchio (o vecchia) che tu conosci (senza però aver nulla di senile), ti parrà dispiacevole per ciò solo, senza verun difetto in se stessa. E per  (1802) quanto procurerai di astrarre dall’idea di quella somiglianza, non potrai mai (senza qualche circostanza particolare) spogliartene in modo che quella persona ti paia tale quale pare ad altri o meno attenti ed immaginosi o ignari affatto di quella somiglianza. Cosí dirò di un uomo rispetto alle donne ec. (28 settembre 1821).


*   Anche gli organi esteriori, perduta l’assuefazione generale, divengono generalmente inabili, quando anche una volta fossero stati abilissimi. Io aveva da fanciullo una sufficiente abilità generale di mano, a causa dell’esercizio, lasciato il quale dopo alcuni anni, non so piú far nulla con quest’organo, se non le cose ordinarie; ed ho quindi affatto perduta la sua abilità, tanto per quello ch’io già sapeva fare, quanto per qualunque nuova operazione che allora mi sarebbe riuscito facile di apprendere. Ecco un’immagine della natura del talento (28 settembre 1821).


*   Non si sviluppa propriamente nell’uomo o nell’animale veruna facoltà. Bensí si sviluppano gli organi dell’uomo e dell’animale e cogli organi, naturalmente, le loro  (1803) naturali disposizioni o qualità, che li rendono (secondo ch’elle sono in maggiore o minor grado, che hanno questa o quella proprietà, che sono in maggiore o minor numero, che sono piú o meno sviluppate, a seconda dell’età e degli accidenti corporali dell’individuo) capaci di acquistare coll’assuefazione questa o quella facoltà, in maggiore o minor grado, numero ec. Ma l’assuefazione ha tanta forza di modificare gli organi (specialmente umani, piú conformabili degli altri) che una sola qualità o