Vai al contenuto

Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/391

Da Wikisource.
(1803-1804-1805) pensieri 377

disposizione di essi è suscettibile d’infinite e diversissime facoltà, e in diversissimi gradi: il tale individuo avrà una facoltà, che un altro della specie stessa è cosí lontano dal possedere, che appena gli parrà compatibile coll’assoluta natura della sua specie ec. ec. ec. (28 settembre 1821).


*   Una prova dell’indebolimento delle generazioni 1 si è il vedere come oggi gli uomini generalmente e segnatamente le femmine sieno (non per sola smorfia, ma in effetto)  (1804) incapaci dell’uso degli odori, che nuoce assolutamente ai loro nervi (e quanto il sistema nervoso influisca e modifichi tutta la macchina e la vita umana, ciascuno lo sperimenta), massime gli odori vivi, de’ quali era sí gradito e continuo l’uso non solo fra i greci e romani, com’é noto, ma fra’ nostri antenati, come si vede nel grande e costantissimo odore che esala da’ vecchi armadi, scaffali, drappi d’ogni sorta ec. ec. Oggi, massime la donna (che per l’addietro era familiarissima agli odori), non può comportare se non gli odori deboli (e neppur questi a lungo, né troppo spesso), siccome la civiltà rende odiosi i colori forti, introduce il gusto de’ sapori languidi e dilicati ec. ec. (29 settembre, dí di S. Michele, 1821).


*   Alla p. 1799. Le rimembranze che cagionano la bellezza di moltissime immagini ec. nella poesia ec. non solo spettano agli oggetti reali, ma derivano bene spesso anche da altre poesie, vale a dire che molte volte un’immagine ec.  (1805) riesce piacevole in una poesia, per la copia delle ricordanze della stessa o simile immagine veduta in altre poesie. Le immagini campestri sono in questo caso, per esser soliti i poeti

  1. Vedi il Nuovo Ricoglitore, quaderno 31, p. 481.