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(1907-1908-1909) pensieri 435

teramente al solo poeta, quantunque non paiano stentati, anzi nati dalla cosa (13 ottobre 1821).


*    Non v’è cosa piú sciocca e ingiuriosa alla natura del dire e ripetere continuamente che la perfezione non è propria delle cose create, che niente al mondo è perfetto, che le cose umane sono imperfette, che non vi può esser uomo perfetto ec. ec. Che cosa mancava a quella insigne maestra ch’è la natura per far le sue opere perfette? forse l’intelligenza? forse il potere? Certo che nulla è né può esser perfetto secondo la frivola idea che noi ci formiamo di una perfezione assoluta,  (1908) che non esiste, di una perfezione indipendente da qualunque genere di cose ed anteriore ad essi, quando in essi soli è rinchiusa ogni perfezione, da essi deriva, e in essi e nel loro modo di essere ha l’unica ragione dell’esser suo e dell’esser perfezione. Certo che nulla è perfetto in un modo che non è, in un modo in cui le cose non sono; e la natura delle cose che sono non può corrispondere a quello ch’è fuor di loro e non è riposto in nessun luogo. Noi sognando andiamo a cercare la perfezione di ciò che vediamo, fuori dell’esistenza, mentr’ella esiste qui con noi e coesiste a ciascun genere di cose che conosciamo, e non sarebbe perfezione in verun altro caso possibile. Non è maraviglia dunque se tutto ci pare imperfetto, quando per perfetto intendiamo l’esistere in un modo in cui le cose non son fatte, laddove la perfezione non consiste e non ha altra ragione di esser tale, che nel modo in cui le cose son fatte, ciascuna nel suo genere.  (1909)

Certo è ancora che le cose propriamente umane ci debbono parer tutte imperfette, perché in verità son tali. Noi fantastichiamo la perfettibilità dell’uomo, e dopo cosí immensi (pretesi) avanzamenti del nostro spirito non siamo piú vicini di prima alla nostra supposta perfezione: e quando anche ci si dassero in mano le