Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/114

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102 pensieri (2197-2198-2199)

toli dimostra quanto la nostra lingua si presti all’originalità dello stile e degli stili individuali, in tutti i generi e in tutta l’estensione del termine. Originalità  (2198) strettamente vietata dalla lingua francese allo stile ec. dell’individuo, se non pochissima, che a’ francesi pare gran cosa, come la lingua di Bossuet. Perocché è molto una piccola differenza, in una nazione, in una letteratura, in una lingua, avvezza e necessariamente conducente all’uniformità, che non può essere alterata se non se menomamente, senza dar bruttamente negli occhi e uscir de’ limiti del lecito. Laddove nella lingua italiana lo scrittore individuo può essere uniforme agli altri e difforme se vuole, anzi tutt’altro, e nuovissimo e originalissimo, senza lasciar di essere e di parere italiano e ottimo italiano e insigne nella lingua. Ciascuno colla lingua italiana si può aprire una strada nuovissima, propria, ignota e far maravigliare i nazionali di parlare una lingua che si possa esprimere in modo sí differente dal loro e da loro non mai pensato,  (2199) benché benissimo l’intendano, per nuovo che sia (30 novembre 1821).


*    Alla p. 1154, margine. Quanto però a mussitare, io non credo che venga da mussatus ma da mussus, o, quando anche venga da mussare, io non credo che questo sia verbo originario ma continuativo da mussus. Il quale io stimo antico participio di mutire o muttire, verbo usato dagli scrittori antichi (come da concutio ec. concussus da sentire sensus, e non sentitus, concutitus ec. ec.). Quantunque in Terenzio se ne trovi (non è però senza controversia) il participio mutitus. Il Forcellini stesso deriva mussare da mutire. Vedilo in musso, mutis, mutitus. Mussitare però al solito lo dice frequentativo di mussare, ma io lo credo immediato frequentativo di mutire. Potrebb’essere però anche il contrario, trattandosi che mutire è verbo