Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/175

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(2312-2313-2314) pensieri 163



*    I greci conoscevano la letteratura latina appresso a poco come i francesi conoscono oggidí le letterature straniere (specialmente l’italiana), e com’essi le hanno conosciute da poi che la lingua letteratura e costumi loro sono stati  (2313) pienamente formati. Eccetto quella differenza che è prodotta dalla diversità de’ tempi e del commercio fra le nazioni, per cui la Francia conosce certo piú le letterature forestiere di quel che la Grecia conoscesse la latina. Ma parlo proporzionatamente. E non è questa la sola somiglianza (estrinseca però) che passa fra lo spirito, il costume, la letteratura francese, e la greca (31 dicembre 1821).


*    Il grande intreccio in un’azione drammatica, la complicazione dei nodi ec. distoglie affatto l’animo dell’uditore o lettore dalla considerazione della naturalezza, verità, forza della imitazione, del dialogo, delle passioni ec. e di tutte quelle bellezze di dettaglio nelle quali principalmente consiste il pregio d’ogni genere di poesia. Anzi per l’ordinario dispensa l’autore da queste bellezze, lo dispensa dall’osservanza e dall’efficace e viva ἐκτύπωσις dei caratteri ec. In questo modo l’unico  (2314) o certo il principale effetto ed affetto ed interesse che i drammi di grande intreccio producono si è la curiosità; e questa sola spinge l’uditore a interessarsi e fare attenzione a ciò che si rappresenta, questa sola trova pascolo e questa sola è soddisfatta nello scioglimento. Nessun’altra passione o interesse è prodotta in lui da tali drammi, per caldi e passionati che l’autore abbia inteso di farli. Or questo è del tutto alieno dall’essenza della drammatica: esso appartiene all’essenza del racconto: la drammatica, essendo una rappresentazion viva e quasi vera delle cose umane, deve destar ben altro interesse che quello della curiosità, come può fare la storia: in questo caso l’azione drammatica viene ad esser come quella di una no-